Conosci i 5 segnali utili da insegnare al tuo cane?

Fermo restando che alla base di una buona educazione deve esserci un ottimo rapporto cane-padrone, meglio se si è assistiti da un educatore cinofilo professionista, sono moltissimi i padroni di cani che guardano con ammirazione i quattrozampe altrui che sanno eseguire perfettamente degli esercizi basilari, e spesso il pensiero che passa loro per la testa è “il mio cane non sarà mai capace di fare quelle cose”.

In realtà, quando il rapporto cane-padrone è solido, insegnare i comandi di base al proprio amico è relativamente semplice, e con un po’ di pazienza e costanza si potranno ottenere già risultati soddisfacenti con il lavoro “fai-da-te” (chiaramente, per ottenere esercizi impeccabili a scopo sportivo, la scelta migliore è sempre rivolgersi ad un buon centro cinofilo anziché far da soli).

Vediamo dunque come insegnare gli esercizi più semplici al nostro migliore amico. Uno dei metodi più efficaci è l’utilizzo del premio in cibo: muniamoci perciò di wurstel tagliato a fettine circolari per i cani grandi, o a pezzettini più piccoli per i cani di taglia più contenuta. Ricordiamoci però che il premio alimentare andrebbe sempre accompagnato con carezze e lodi verbali, in modo che il cane associ anche questi gesti ad una nostra reazione positiva: non sempre avremo a portata di mano un premietto!

Le sessioni di addestramento dovrebbero durare non più di dieci minuti per volta ed essere fatte da una a tre volte al giorno. Il metodo migliore è insegnare un comando per volta, senza aver fretta anche se il cane dimostra di recepire rapidamente.

Seduto
L’errore più comune è cercare di insegnarlo al cane spingendogli il posteriore a terra con la forza. Questo metodo è però poco efficace e soprattutto troppo coercitivo, e spingerà il nostro amico ad imparare ad obbedire solo per timore reverenziale, e non perché felice di collaborare con noi. I migliori risultati si ottengono quando il cane lavora con piacere!
Il metodo più diffuso e semplice consiste nel far annusare un bocconcino al cane (senza lasciarglielo prendere, magari tenendolo chiuso nella mano), mettendoglielo dapprima davanti al naso, e poi spostandolo lentamente verso la sua fronte e sopra alla sua testa (non troppo in alto però, altrimenti cercherà di impennarsi per raggiungerlo); contemporaneamente bisogna pronunciare il comando “seduto” (o “siedi”, o “giù”, o qualsiasi comando vogliamo usare per farlo sedere: l’importante è che sia sempre lo stesso e che tutta la famiglia usi la stessa parola). Il cane alzerà il naso sempre più su per seguire il bocconcino, finché spontaneamente non metterà il posteriore a terra. A quel punto dovremo immediatamente lasciargli prendere il bocconcino che tenevamo nascosto, complimentarci con lui con un caloroso “bravo!”, e magari aggiungere qualche coccola sul petto. Ripetendo l’esercizio, pian piano basterà un gesto della mano sopra alla testa del cane per farci obbedire, e gradualmente il cane memorizzerà il comando vocale obbedendo semplicemente alla voce del padrone. Il premio va però sempre elargito i primi tempi, e quando il cane avrà imparato bene lo si potrà alternare alle sole lodi, pur senza mai eliminare del tutto il bocconcino: ogni tanto dobbiamo incentivare il nostro amico a non adagiarsi sugli allori!

Terra
Questo comando lo si può far apprendere facilmente partendo dalla posizione “seduto”, una volta che il nostro cane l’avrà imparata correttamente. Mentre il cane è in questa posizione, basterà fargli seguire il premietto abbassandolo verso terra di fronte a lui, tenendolo sempre chiuso nella mano finché il cane non avrà disteso le zampe anteriori e poggiato il petto a terra. Non appena si sarà messo giù, immediatamente gli permetteremo di raggiungere il bocconcino, incoraggiandolo con le lodi verbali.
Può capitare che il cane tenda ad alzare il posteriore da terra, allora prima di ricominciare dovremo pazientemente riportarlo in posizione di seduto.
Alcuni, invece, potrebbero allungare molto il collo verso il bocconcino, ma senza acquattarsi. In tal caso, senza essere brutali, proveremo ad allungargli una zampina anteriore in avanti lungo il pavimento, in modo che il cane, sentendosi scomodo, sia più invogliato a scendere a terra.

Resta
Questo comando è molto utile per insegnare al nostro amico a non lasciare la propria posizione, ad esempio quando dobbiamo allontanarci un momento da lui e non vogliamo che ci segua. E’ un esercizio molto innaturale per il cane, per cui bisogna procedere per gradi. Dalla posizione di “seduto” o “terra”, diamo al nostro amico il comando “resta”, aiutandoci magari mettendogli la mano in verticale davanti al naso con il braccio disteso. All’inizio dovremo allontanarci quasi impercettibilmente da lui: basterà un mezzo passetto, e se il cane sarà rimasto al proprio posto torneremo immediatamente ad elogiarlo e premiarlo. Ripetuto diverse volte, passeremo a mettere un solo piede indietro facendo un passo, ma rimanendo avanti con l’altra gamba. Anche qui basterà un’attesa di pochi istanti, e poi il cane dovrà vedere immediatamente il premio, per capire cosa vogliamo da lui. Quando avrà capito il concetto, potremo gradualmente arretrare di un passo con entrambe le gambe, poi di due, e così via, per poter allungare sempre di più la distanza (mai però troppi avanzamenti in un giorno solo, bisogna sempre progredire con gradualità e senza aver fretta).
Spesso il cane tenderà a rialzarsi per raggiungerci; quando succede bisogna ricondurlo gentilmente alla posizione di partenza (senza rimproverarlo, o prenderà il lavoro in antipatia), e ricominciare ogni volta da lì. Se il cane ci raggiunge e noi proviamo a ripetere l’esercizio da dove siamo, imparerà che può raggiungerci quando vuole, mentre noi dobbiamo comunicargli che non vogliamo che lasci la propria posizione. Quindi, bisogna armarsi di pazienza ed essere disposti anche a riportarlo cento volte al proprio posto!

Vieni
Il richiamo è un esercizio che può essere molto semplice ma anche molto complesso, in base al rapporto che abbiamo instaurato col nostro cane: farlo tornare da noi dopo un “resta” in casa è facile, ma a volte il cane sembra diventare sordo se proviamo a richiamarlo dopo averlo liberato nell’area cani per farlo sgambare. Il motivo è che nell’area cani ci sono mille cose interessanti da fare, per cui il cane non tornerà volentieri. L’unico modo per ottenere dei risultati è diventare più interessanti di quelle mille cose, e fare in modo che per il cane tornare da noi sia fonte di gioia e gratificazione.
Partire dalle cose semplici è una costante dell’addestramento: per questo inizieremo proprio dal richiamare il nostro cane in casa, dopo avergli dato il comando “resta”, cioè nel momento in cui ha il massimo desiderio di tornare da noi (all’inizio facciamolo da distanze brevi). Dovremo dapprima dire il nome del cane, per poi pronunciare il comando “vieni”, facendogli vedere che teniamo in mano un bocconcino. Appena il cane sarà tornato da noi, lo premieremo subito e lo riempiremo di complimenti. Non basta il cibo, il nostro amico deve sentire quanto siamo felici di riaverlo con noi, e quanto è piacevole essere coccolato quando si trova in nostra compagnia. Proviamo a fare lo stesso lavoro in altri punti della casa, così che il cane si abitui ad eseguire il comando in situazioni differenti. Quando dimostrerà di aver appreso il concetto, potremo provare fuori casa, partendo sempre da momenti in cui vediamo che magari sta già correndo verso di noi, per cui eseguire il comando non gli costerà nessun sacrificio, e premiamo sempre e comunque. Man mano proveremo a richiamarlo mentre annusa una zolla d’erba o ha visto un altro cane in lontananza, e più sarà interessante ciò che gli chiediamo di smettere di fare, più dovremo accogliere calorosamente il nostro amico, così che si ricordi sempre che ne val la pena, che è vero che ha lasciato indietro un odore intrigante o un potenziale compagno di gioco, ma in compenso ha ottenuto tante attenzioni e qualche bocconcino. Pian piano il nostro quattro zampe imparerà ad accorrere al vostro richiamo anche quando le distrazioni saranno importanti, perché il padrone sarà per lui ancora più importante.
Attenzione! A volte il cane non tornerà subito al richiamo. È normale e succede anche ai campioni di obbedienza. In tal caso non bisogna mai e poi mai rimproverare il cane quando tornerà da noi: noi crediamo di averlo rimproverato per il ritardo, ma il cane non ragiona come noi ed il suo cervello funziona diversamente: crederà che lo stiamo sgridando per essere tornato, e la volta successiva avrà ancor meno voglia di rispondere al richiamo. Molto meglio dargli comunque un premietto, perché così rinforzeremo il ritorno ed il cane se ne ricorderà al “vieni” seguente!

Condotta al guinzaglio senza tirare
Un altro utile accorgimento è insegnare al cane a passeggiare al nostro fianco rispettando la nostra andatura. Facciamogli indossare collare e guinzaglio e posizioniamolo alla nostra sinistra, poi iniziamo a fare qualche passo. Non appena abbiamo fatto un passo, se il cane è rimasto vicino, diamogli subito un premio. Basta un passo solo, perché per ora il nostro amico non sa ancora cosa vogliamo ottenere da lui, e dobbiamo farglielo capire. Se il cane, invece, tira subito, ci fermiamo e rimaniamo sul posto, in modo che capisca che tirando ottiene proprio l’opposto di ciò che vuole, cioè che non si va avanti. A quel punto si fermerà per capire cosa succede e come mai non si procede, noi ripartiamo a camminare nella direzione opposta. Continuiamo così per un po’ di volte: se tira, ci si ferma, se sta vicino anche solo per un passo, lo premiamo. Poco per volta comincerà a comprendere che abbiamo una scorta di premietti e che deve solo capire come ottenerli, e pian piano si renderà conto che stare vicino al padrone causa l’elargizione di un delizioso bocconcino. A quel punto potremo aumentare il numero di passi prima di dargli il premio, e provare a farne due o tre prima di consegnarglielo. Aumentare sempre di più la distanza, una volta che il nostro cane avrà capito il concetto, sarà semplice, ricordandosi di non tardare mai troppo, altrimenti il nostro amico perderà interesse e si distrarrà.

I metodi qui elencati sono standardizzati e validi per la maggior parte dei cani. I nostri amici, però, non sono tutti uguali; pertanto, se si incontrano difficoltà nell’esecuzione, conviene sempre rivolgersi ad una persona competente per farsi dare qualche dritta. Detto ciò, armatevi di tanta pazienza e provate a cimentarvi: buon divertimento!

di Fabiana Buoncuore – www.tipresentoilcane.com